La cena di quella sera fu fugace.
Erica era al settimo cielo, la prospettiva di passare la serata in discoteca la faceva sognare.
Ormai mancavano pochi giorni alla fine delle vacanze e la speranza di attirare l’ attenzione di Alessio ardeva dentro di lei.
Eravamo in camera intente a prepararci.
Erica era sotto la doccia immersa nel rumore dell’acqua.
Mi raccontava quanto era accaduto nel gruppo durante la mia assenza.
Non disse nulla di rilevante a mio giudizio, ma per lei ogni piccolo particolare era un segno di speranza, uno sguardo, una parola detta erano indizi che le accendevano speranze.
<<quanto vorrei poterlo baciare stasera!
non ho davvero idea di come fare ad avvicinarmi a lui e creare le condizioni giuste!
meno male che ci sei tu stasera al mio fianco, con i tuoi consigli eviterò di fare figure di merda!>>
Quando Erica uscii dal bagno in accappatoio io ero quasi pronta.
Mi ero già truccata usando un rossetto color nero mentre con matita e rimmel avevo reso il mio sguardo tenebroso e audace.
Avevo indossato un vestitino blu elettrico che lasciava spalle e schiena scoperti.
Sotto al vestito avevo indossato un reggicalze con i bottoni.
Slanciata sulle scarpette con tacco 16 centimetri ero intenta ad agganciare i bottoni alle calze in pizzo.
Erica rimase per un attimo a bocca aperta prima di ricominciare a parlare.
<<cavolo! sara... sei davvero diversa...
non sembri neanche tu... quel trucco dark ti fa sembrare una ventenne...
poi... quella biancheria intima è proprio...>>
Durante quella pausa dove Erica cercava le parole giuste il mio viso si fece malizioso.
<<vuoi dire da troia?>>
Quell'espressione così forte la imbarazzò.
<<no!... non intendevo dire... quello... insomma...>>
Il suo sguardo si stacco dal mio e prese a fissare un punto indefinito del pavimento.
Mi posizionai dietro di lei. Potei annusare il profumo del bagnoschiuma alla vaniglia sulla sua pelle quando le mie labbra si avvicinarono all'orecchio.
<<non vorrai indossare quegli abiti che hai preparato sul tuo letto vero?
ci penso io a te stasera...>>
Slacciai il suo accappatoio e questo cadde ai suoi piedi.
Lo specchio davanti a noi rifletteva il suo corpo nudo e la mia presenza alle sue spalle sembrava quella di un demone che stava per impossessarsi della sua anima.
Il viso di Erica era sgraziato.
Il naso era leggermente aquilino.
I piccoli occhi erano di color nocciola leggermente screziati di verde.
Il viso era costellato di lentiggini e un neo di discrete dimensioni capeggiava vicino alle sue labbra carnose rendendo il viso ancor più irregolare.
La mascella era leggermente squadrata, quasi mascolina.
I capelli, erano quelli della madre, biondi e mossi le scendevano lungo schiena anch’essa ricoperta di lentiggini.
Erica fece per coprirsi il seno ed il pube con le mani.
<<non ti vergognare... fatti guardare... altrimenti come faccio a valorizzare il tuo corpo da angelo?>>
Le sue braccia scesero lungo i fianchi e nel silenzio della camera potevo percepire il battito del suo cuore che batteva all'impazzata.
I suoi seni erano molto più belli dei miei.
Piccoli e sodi presentavano un rigonfiamento verso il capezzolo. In mezzo ai seni ancora lentiggini.
L’addome piatto lasciava intravedere gli addominali ben scolpiti.
Il fisico era atletico e tonico per aver fatto atletica fin da bambina.
Il pelo sul pube era biondissimo e il taglio lo faceva sembrare una fiamma ardente sopra la vulva.
Le piccole labbra della vagina erano nascoste dentro quelle grandi la cui forma ricordava una piccola pesca acerba.
Le gambe sottili e muscolose.
La truccai con uno stile opposto al mio. Scelsi per lei colori molto chiari ed eleganti.
Le prestai una collana in perle su un abito color panna.
Il vestito presentava due ampie scollature a v sia sul petto che sulla schiena.
Nonostante le sue proteste riuscii a non farle indossare il reggiseno.
La scollatura sul davanti arrivava fino all’ombelico mostrando il suo ventre piatto.
Il seno poteva essere scorto lateralmente se Erica piegava il busto troppo in avanti.
Le mutandine che le proposi la fecero trasalire. Erano mutandine aperte. Lasciavano la vulva scoperta ed esposta.
Riuscii a fargliele indossare sotto il vestitino nonostante la sua riluttanza. Smalto rosso fuoco su mani e piedi.
Non potei credere ai miei occhi quando la osservai slanciata sui sandali bianchi con tacco 12. Era bellissima, un angelo biondo con lo sguardo innocente.
<<erica... sei bellissima... ellora?! come ti vedi? come ti senti?>>
Erica era incredula davanti allo specchio.
<<caspita sara... sono praticamente nuda!
i miei non mi lasceranno mai uscire di casa così!
e se proprio te lo devo dire sono d'accordo con loro!>>
Le passai la mano lungo la schiena. Potei annusare nuovamente il profumo della sua pelle, i miei occhi godettero del lungo collo bianco.
<<Guardati bene... sei una donna magnifica...
volevi creare le condizioni giuste per avvicinare Alessio e dargli finalmente quel bacio?
beh... io dico... che stasera... vestita così... potrai fare di lui ciò che vorrai... segui i miei consigli e vedrai...>>
Quando scendemmo al piano terra Dario ed Anna erano seduti sul divano a guardare la televisione.
Il loro stupore nel vederci fu palese. Il viso di Anna era stupefatto, aveva la bocca semi aperta e gli occhi sgranati.
<<ma!!! ragazze! come diavolo vi siete conciate!
non potete andarvene in giro così a 15 anni! ma scherziamo?!
vale anche per sara di cui ho la responsabilità!
andate immediatamente a cambiarvi!>>
Erica era rossa in viso e fece immediatamente per voltarsi e ritornare in camera per ubbidire alla madre quando intervenne Dario.
<<dai anna non fare così... per loro è una serata importante...
per una volta possiamo fare uno strappo alle regole...
le vacanze stanno per finire e presto inizieranno a darci dentro con lo studio.
sono due brave ragazze con la testa sulle spalle!
l'importante è che non facciano tardi altrimenti andrò a prenderle per le orecchie!
poi calogero e mimma sono già fuori in macchine che le aspettano... come farebbero a cambiarsi in tempo?>>
Anna era visibilmente contariata col marito per non averla sostenuta.
Turbata fece un piccolo cenno con la testa ed acconsentì che uscissimo.
Ad aspettarci fuori c’era in macchina la coppia più strana che io avessi mai conosciuto.
Calogero era un ragazzo magro come un chiodo alto oltre i due metri.
Aveva i capelli ricci di un colore rosso carota.
Il suo sorriso mostrava dei denti disallineati che rendevano quel viso ancora più sgraziato di quanto non fosse.
Mimma al contrario era molto bassa, forse non arrivava ad un metro e cinquanta.
Era molto grassa e dal suo faccione luccicavano due occhi di un blu straordinario.
Aveva un bellissimo sorriso ed entrambi erano molto simpatici.
Appena saliti in macchina Mimma esclamò:
<<calogero, hai visto che fregne son salite in macchina tua? a volte nella vita i miracoli succedono per davvero!>>
Quella battuta fece tornare il sorriso sul volto di Erica e la macchina partii di gran carriera verso lo Chalet!
Durante il tragitto Mimma iniziò a parlare senza freni spettegolando degli amici che avremmo incontrato al locale.
Calogero portò alle labbra una sigaretta arrotolata che aveva estratto dal taschino della camicia.
Erica invece annuiva con la testa accompagnando le parole che risuonavano nella vettura.
La mano ossuta di Calogero azionò lo zippo e la fiamma divampò davanti al suo viso.
Due profonde boccate fecero ardere l'estremità della sigaretta poi due nuvole di fumo uscirono dalla bocca disperdendosi nell'abitacolo.
Il coperchio dell'accendino si chiuse soffocando la fiamma, l'effigie di lucifero incisa sul profilo dello zippo scomparve nel tascino della camicia.
L'odore pungente e aromatico di quel fumo penetrava le nostre narici, lo sguardo di Calogero si posò su di me attraverso lo specchietto retrovisore.
L'odore pungente e aromatico di quel fumo penetrava le nostre narici, lo sguardo di Calogero si posò su di me attraverso lo specchietto retrovisore.
<<ragazze... questa è roba forte e di qualità! volete farvi un tiro?>>
Allungai la mano e afferrai la canna che mi veniva sporta tra i sedili.
Misi tra le labbra l'estremità della sigaretta bagnata della saliva di Calogero. Inspirai senza esitare diverse boccate di quel fumo acre.
Sentii il mio corpo rilassarsi e abbandonarsi mentre Erica aveva preso a bacchettarmi.
<<sara! ma che cavolo stai facendo! ti stai fumando una canna? da quando hai preso a fumare? tu sei tutta matta!>>
Allungai la sigaretta alla mia amica espirando l'ultima boccata di fumo.
<<non ci pensare nemmeno! e smettila anche tu!>>
La reazione stizzita di Erica creò ilarità nella vettura.
Mimma smise di parlare e afferrò la canna dalle mie mani prendendo ad inspirare profonde boccate.
Poi scoppiò in una fragorosa risata.
<<eh no! questa non è roba per le brave ragazze!>>
Il fumo saturò ben presto l'abitacolo annebbiando i nostri pensieri.
Strinsi la mano di Erica e lei si voltò a guardami. Mi persi nei suoi occhi screziati di verde.
Vederala abbandonata in quel sedile con gli occhi semichiusi e lucidi fece nascere in me il forte desiderio di baciarla.
Quella pulsione si arrestò assieme alla macchina all'interno del parcheggio.
Ci riunimmo tutti all’interno della discoteca.
Eravamo un gruppo di 12 persone le cui età andava dai 15 ai 19 anni. Avevamo prenotato dei tavoli con i divanetti.
Erica ed io avevamo gli occhi addosso dei ragazzi.
In particolare quelli di Enzo, un ragazzone di 19 anni che aveva preso da subito a fare lo splendido nel tentativo di rimorchiare una di noi due.
Alessio si rivelava comunque un ragazzo timido, anche se ogni tanto lo sorprendevo ad osservarci se ne stava in disparte a disquisire con altri amici.
La serata trascorreva caotica ballando tra la musica forte e le luci psichedeliche. Erica mi stava appiccicata come una cozza.
<<erica! alessio secondo me è interessato... ma è troppo timido!
dovresti provare ad attaccar bottone te!
avvicinati a lui con una scusa e fagli capire che c’e ne!
guarda! vicino a lui ci sono calogero e mimma!
vai li e comincia a parlare con loro... e mentre lo fai mangialo con gli occhi!>>
Il viso di Erica era perplesso.
<<non saprei... non credo di farcela! sono tanto timida anche io!
poi è tutta la sera che cerco di domare questo vestito per evitare di mostrare le mie tette a tutto il locale!>>
Le sorrisi, poi con una spinta la indirizzai ad andare in quella direzione.
Tornai verso i divanetti per assistere comodamente a quanto sarebbe accaduto sulla pista da ballo.
Sui tavoli erano stati serviti diversi cocktail e cominciai a sorseggiarne uno.
Erica aveva iniziato a parlare con Mimma quando Enzo venne a sedersi accanto a me.
<<ehi bellezza! stai puntando qualcuno che ti piace?>>
Enzo era un ragazzo del posto. Di professione faceva il meccanico e viveva da qualche mese in un piccolo monolocale proprio sopra l’officina dove lavorava.
Non era esattamente un bel tipo, le sue mani non erano mai completamente pulite e aveva sempre delle espressioni da scemo del villaggio.
Di fatto aveva le fattezze di un gorillone arrapato. Aveva dei pettorali ben definiti e le braccia erano muscolose.
I capelli erano neri come la notte intrisi di gel, la camicia aperta sul davanti mostrava un petto villoso e dal collo pendeva una collanina in oro.
<<no... stavo osservando erica che cerca di baccagliare quell’addormentato del tuo amico alessio.
la vedi li sulla pista vicino al bacone del bar?
dovrebbe fare il primo passo, ma a sonno sta messa bene pure lei!
ma stasera vedrai come la sveglio... che ne dici di darci una mano a vicenda?>>
Enzo già brillo mi guardava inebetito.
<<ehi dolcezza... non sto capendo molto bene... vuoi che ti aiuto a far scattare la scintilla fra quei due?
vuoi una mano in quel senso? e tu invece in che modo mi daresti una mano?>>
Guardai quel gorillone in faccia confidando che in quel testone ci fossero ancora due neuroni funzionanti.
<<si, intendevo proprio quello.
tu stasera inviterai erica, alessio, calogero, mimma e me a concludere la serata a casa tua! chiaro?
per quanto riguarda invece la mano che intendo darti devo chiedere di fare una cosa con discrezione.
Senza farti notare tira fuori l’uccello sotto al tavolo...>>
Il viso di Enzo era esterefatto, la richiesta l’aveva colto di sorpresa.
Mi guardava con gli occhi socchiusi mentre le mani trafficavano sotto il tavolo.
Appena il cazzo fu fuori dai pantaloni la mia mano prese a lavorare quel pene flaccido.
Lo sentivo indurirsi sempre di più mentre mi muovevo lentamente.
Quando fu completamente eretto dovetti sputare più volte sul palmo della mano per rendere quella sega più confortevole.
Il cazzo di Enzo non aveva deluso le aspettative risultando decisamente grosso al tatto.
Aveva una consistenza marmorea, quindi avevo preso a stringerlo con forza e la sega si era fatta veloce.
Sentivo i suoi folti peli pubici accarezzarmi la mano ogni qual volta arrivava in basso.
Enzo ansimava sempre più deciso.
<<mi raccomando non sborrare! quando sei al limite fermami..>>
Erica aveva finito di parlare con Mimma e stava per raggiungerci al tavolo.
Enzo ebbe un sussulto.
<<cazzo! erica sta venendo qui! fammi riabbottonare i pantaloni!>>
Gli strinsi con fermezza il cazzo costringendolo a non muoversi.
<<non ci pensare per niente! continua a far come se nulla! cerca di reggermi il gioco!
ne hai ancora di sangue che circola in quel cervello o ti è sceso tutto in mezzo alle gambe?
quando ti faccio segno porta la mano di Erica sotto al tavolo proprio sul tuo cazzo!>>
Erica si sedette accanto ad Enzo e cominciò a sorseggiare nervosamente un cocktail.
<<cavolo sara, non reggevamo l’uno lo sguardo dell’altra! questo è l’ennesimo flop...>>
Erica diede un'altro sorsetto al suo cocktail per poi riporre il bicchiere sul tavolo.
La mia mano continuava a muoversi lentamente sul cazzo di Enzo che ormai aveva cominciato a pulsare.
<<non ti abbattere! enzo ti ha appena regalato una seconda chance che puoi giocarti già stasera.
enzo ci sta invitando a finire la serata a casa sua. sono invitati i nostri tassisti e il tuo alessio.
però stavolta è proibito sbagliare. ti devi dare una svegliata!
ti voglio veder finire un cocktail per intero! l’alcol è una buona cura per la timidezza!>>
Erica riacquistò il buon umore e riprese a sorseggiare il suo cocktail.
Non era una ragazza abituata all’alcol e ben presto fu brilla anche lei.
Quando finì la bevanda alcolica cominciò a sbiascicare che quella sera avrebbe baciato il suo Alessio.
Enzo continuava a rimanere in silenzio e godendo dei movimenti della mia mano aspettava il segnale.
<<ecco! brava la mia erica. adesso si che ti vedo determinata! ti voglio spregiudicata e intraprendente!
come stai messa ad ormoni? ti senti eccitata sessualmente?>>
Erica scoppiò a ridere ubriaca.
<<credo di non esserlo mai stata!>>
Quello era il momento giusto e feci cenno al gorillone.
<<è ora di esserlo dolcezza... dammi la tua mano che ti faccio toccare una cosa!>>
Enzo gli prese la mano e la portò sotto al tavolo.
Erica strabuzzò gli occhi e spalancò leggermente la bocca in segno di stupore.
Non ebbe altre reazioni quindi guidai la sua mano incerta sull’asta e ne dettai i movimenti.
<<dimmi la verità... non ne avevi mai toccato uno vero? ti piace?>>
Erica fece un leggero accenno di consenso con la testa.
La sua mano aveva preso a muoversi autonomamete sull'asta durissima.
Erica era visibilmente eccitata, gli occhi semi chiusi puntavano a quello che era nascosto sotto il tavolo.
<<hai visto che la timidezza è sparita? chissà cosa riusciresti a fare dopo un secondo cocktail.
che ne dici se ne beviamo un’altro assieme? lo dividiamo se vuoi...>>
Presi un altro bicchiere dal tavolo e dopo averne bevuto un sorso lo porsi ad Erica.
Lo bevve tutto d'un fiato e lo ripose vuoto sul tavolo.
La mano sporca di grasso di Enzo prese a stringere il seno che si intravedeva attraverso la scollatura.
Erica gemette e subito dopo i due si baciarono.
<<lo vuoi vedere?>>
Erica ansimava visibilmente eccitata.
<<dove?! qui?! e se ci vedono? oddio... dai no! questo no...>>
Enzo si tirò indietro sulla sedia ed il cazzo uscì fuori dal tavolo passando sotto la tovaglia apparecchiata.
La mano di Erica era appoggiata su quel fusto spesso e carnoso. Le sue dita smaltate di rosso si muovevano incerte ed il suo sguardo stupito era fisso sull'asta pulsante.
<<lo vuoi prendere il bocca?>>
Erica venne scossa da quel torpore fatto di eccitazione ed i suoi occhi si sbarrarono terrorizzati.
<<non scherziamo! qui è pieno di gente... qualcuno potrebbe vederci... cazzo...>>
Il respiro era ansimante, la mano ancora sull'asta e lo sguardo incerto.
<<dai fatti un giro... assaggialo...>>
Erica mi rivolse uno sguardo come per chiedermi cosa fare poi la mano di Enzo passo dietro la nuca bionda e spinse il volto verso il pube.
Aveva davvero un cazzo ben definito e regolare.
Le labbra si appoggiarono sulla cappella rossa completamente fuori dal prepuzio. Poi la bocca cominciò incerta ad assaggiarla.
Cercavo di immaginare cosa stesse provando la mia amica. Se ne apprezzava il sapore e se stava provando piacere. Era il suo primo pompino. Non mi sarei mai aspettata di vederla scopata in bocca proprio quella sera.
Enzo fremeva impaziente e la mano prese a stringere i capelli biondi.
<<dai mangialo tutto...>>
La testa venne spinta verso il basso e la cappella scomparve completamente dentro la bocca. Le labbra arrivarono fino a metà dell'asta per poi risalire su lentamente.
Quando la testa tornò giù velocemente Enzo sbraitò.
<<ahia! cazzo! stai attenta con i denti! usa la lingua troietta!>>
Erica si staccò costernata per chiedere scusa ma venne subito costretta a rimettere il cazzo in bocca.
I movimenti diventarono più naturali e le labbra presero a muoversi con evidente voracità. Cominciarono ad udirsi i suoni che la saliva produceva durante il pompino.
Enzo la guidava indicando come dargli piacere. Stringi il cazzo alla base, ruota la mano sul cazzo mentre lo seghi, lecca il frenulo, massaggiami i coglioni.
Lei assecondò di buon grado tutte le richieste poi cominciò a muoversi in autonomia applicando tutte le tecniche che le erano state imposte.
Le stava piacendo davvero, mugulava ad ogni affondo e leccata, e la saliva si accumulava colando lungo il cazzo per perdersi sul folto pelo nero del pube.
<<ahhhh... continua così... siiii... che bocca da puttanella... aaahhhh... guarda come ha imparato a succhiarlo bene... ahhh dai! brava! leccalo tutto... ssiiii... guarda come lo stringe in mano la ragazza timida... aahhhh... succhia troia...>>
Mi guardai attorno, nessuno sembrava aver notato cosa stava accadendo in quell'angolo del locale. Quel pompino inusuale mi aveva eccitata incredibilmente.
Una ragazza educata, timida, colta, ricca, bella ed elegante stava facendo il suo primo pompino a quel ragazzo grezzo, sporco, ignorante e cafone.
Per di più in un locale affollato a qualche metro di distanza dal ragazzo che amava perdutamente.
Era decisamente più di quello che mi ero prefissata.
Il desiderio di unirmi ed assaggiare quel cazzo assieme ad Erica fu irrefrenabile.
Mi assicurai nuovamente che nessuno ci stesse notando quindi mi avicinai.
In quello stesso istante Enzo portò la testa all'indietro e con la bocca aperta gemette fissando il soffitto del locale.
<<ahhhhhhhhh... siiiiiiiii... sto sbrorrandooooooo... aaaaaahhhh... tienilo tutto in bocca... ahhhhhhhh... siiiii... sto chizzandooooo... ahhhhahhh... bevila tuttaaaaaa... cosiiii... brava troiaaaaa.... aaahhhhhh... ahhhhahh... ahahhaaa... siiii.... aaaahhh...>>
Quella mano sudicia stringeva i capelli di Erica costringendola a tenere il cazzo ben piantato dentro la bocca.
La mia amica non si aspettava di certo quello che era appena accaduto.
I mugolii di piacere adesso erano soffocati, gli occhi sbarrati e lucidi, le mani stringevano le cosce muscolose di Enzo nel tentativo disperato di staccarsi per tornare a respirare.
Il cazzo pulsava a ritmi regolari accompagnato dai grugniti di piacere che emetteva quel gorilla.
Quando gli ultimi spasmi dell'uccello scemarorono un abbondante rivolo di sperma colò lungo l'asta.
La mano di Enzo lasciò finalmente la presa ed Erica riuscì a rialzare la testa.
Il suo corpo si adaggiò fulminio sul bordo del divanetto e cominciò a sputare il seme sul pavimento.
Mentre Erica riprendeva gradualmente fiato, Enzo risistemava il cazzo nei pantaloni.
<<certo che sei proprio una bestia! potevi avvertirla che stavi per venirle in bocca! la stavi per soffocare! cazzo era la sua prima volta... animale!>>
Enzo fece spallucce ed assunse quella faccia da scemo del villaggio. Poi si avvio verso gli altri al centro della pista da ballo.
Quando le appoggiai una mano sulla spalla, Erica stava ancora tossendo davanti alla pozza di sperma sul pavimento.
<<come stai tesoro?>>
Si schiarì la voce per come potè.
<<cazzo che saporaccio ha il seme degli uomini! mi sento bruciare la gola...>>
Un altro sputo cadde sul pavimento poi riprese.
<<ho perso il controllo... non riuscivo a farne a meno... spero che nessuno abbia visto niente... e soprattuto spero che alessio non lo venga mai a sapere...>>
Con una mano si prese ad aggiustare i capelli biondi mentre con l'altra risistemava il vestito.
Era evidentemente brilla e quando si rialzò in piedi barcollò per un attimo sui tacchi.
<<tranquilla nessuno ha visto nulla e alessio non credo lo verrà a sapere.
il sapore dello sperma non è sempre uguale. ogni uomo ha il suo sapore.
tieni... bevi un altro bicchiere... così quel bruciore alla gola sparisce.
>>
Erica bevvè tutto d'un fiato anche il terzo cocktail.
<<come sono andata?>>
<<per essere la prima volta mi sembra che non sia andata male!>>
<<tranne per il fatto che stavo per annegare e mi usciva lo sperma dal naso?>>
Entrambe scoppiammo a ridere e ci stringemmo in un abbraccio.
Arrivammo alle macchine tutti vistosamente ubriachi per via dell’alcol.
Mimma era sorretta da Alessio mentre io ed Erica camminavamo a braccetto.
Enzo aveva preso a discutere ad alta voce con Calogero.
<<dai... tira fuori un po di roba buona... non fare il tirchio... io sto mettendo la casa... mi sembra giusto... non trovi?>>
Calogero aspirò l'ultimo tratto di canna fino a portare la fiamma vicina alle labbra.
Quindi gettò il mozzicone sull'asfalto e lo spense con la suola della scarpa.
Espirò il fumo e riflettè per un attimo.
<<e va bene... in effetti ho qualcosa... qualcosa di speciale...>>
Un sorriso inquientate comparve sul suo volto. Trafficò all'interno della tasca tirando furi un sacchetto con delle pasticche.
Ne avemmo una a testa. La portammo alla bocca e la notte ci inghiotti tutti.
Erica salì in macchina con Enzo mentre Alessio aveva preso posto accanto a me nella vettura di Calogero.
Da quando ci eravamo seduti Alessio fissava le mie calze in pizzo sorrette dalle fibbie del reggicalze.
<<ti piacciono le mie gambe? le vuoi toccare?>>
Un leggero cenno del capo e la sua mano fu sulla coscia.
Tutta la sera era stata frustrante.
La voglia di baciare Erica e la voglia di succhiare assieme a lei il cazzo di Enzo si era prima accesa e poi spenta senza potersi realizzare.
Mi sentivo terribilemente eccitata da tutta quella promiscuità.
Immaginavo Erica intenta a spompinare Enzo alla guida mentre tra le cosce avevo la mano del suo amato.
Allargai le gambe e la sua mano fu sulle mutandine, la figa era bagnata, mi morsi un labbro e lo guardai da troia.
Gli Sbottonai il pantalone e presi il cazzo in bocca.
Lo sentivo crescere ad ogni affondo. Le piccole palle si contraevano ritmicamente ad ogni colpo di lingua.
La conformazione di quel cazzo era simile a quella del mio ex Giancarlo.
Era lungo e stretto mentre alla base erano ben attaccati due piccoli testicoli.
A differenza dell’uccello di Giancarlo questo non era circonciso ed aveva quel sapore di cazzo che mi piaceva tanto e che mi faceva bagnare la fica.
Calogero aveva preso ad osservare la scena dallo specchietto retrovisore.
<<mimma... guarda cosa fanno quei due la dietro...>>
Gli occhioni di Mimma si affacciarono dai due sedili anteriori.
<<wow... guarda che bel cazzo dritto che ha alessio! non come quello di calogero che è tutto storto e a furia di scoparmi mi ha deformato l’utero!>>
Quando la bocca si stacco dalla capella la mia mano massaggiava le piccole palle lisce.
<<se calogero non è geloso lo puoi provare...>>
Mimma non se lo fece ripetere e la sua manona strinse l'esile asta insalivata.
Era visibilmente eccitata nel segare il cazzo di un ragazzo così atletico e attraente.
Incrociai gli occhi di Calogero dallo specchietto retrovisore.
Il suo sguardo aveva qualcosa di strano. C'era qualcosa in lui che mi turbava nel profondo.
Alessio aveva preso ad ansimare sotto la stretta vigorosa di quella sega e sul viso di Mimma si leggeva il desiderio di avere qualcosa di più.
<<mmmm... che bel cazzo che hai... adesso vengo li dietro e ti scopo per bene...>>
In quel preciso istante arrivammo sotto l'officina di Enzo.
La casa di Enzo non era proprio ospitale.
I mobili vecchi e la muffa alle pareti rendevano quel piccolo appartamento un tugurio.
La luce del lampadario era tenue e di colore gialla.
Le nostre sagome erano praticamente nella penombra.
La droga che avevavmo assunto distorceva tutte le sensazioni ed i pensieri. Tutto sembrava rallentare per poi accellerare.
Ogni cosa sembrava muoversi, i visi assumeveno espressioni demoniache. Tutti eravamo eccitati e fuori controllo.
Tutti avevamo una gran voglia di scopare.
Enzo prese di peso Erica mettendola seduta sul tavolo della cucina.
Con una bracciata gettò a terra tutto ciò che vi era apparecchiato.
<<fammi vedere meglio queste tette da troietta!>>
Con entrambe le mani aprì bruscamente il vestito scollato esponendo i seni sodi di Erica alla vista di tutti noi.
Prese a succhiare uno dei capezzoli rigonfi strappando ad Erica un mugolio di piacere.
Gli si avvicinò immediatemnente anche Calogero a succhiare con la medesima foga l’altro capezzolo.
Erica accarezzava le teste dei due ragazzi che le suggevano i capezzoli.
<<aahhh... siii... succhiatemi le tette... ahhh.. uhhh... ahhhh... siii>>
Mimma era in ginocchio davanti ad Alessio che aveva i pantaloni e i boxer abbassati.
Stringeva le sue cosce nude e muscolse spompinandolo. Ci sapeva fare davvero.
Introduceva completamente quel cazzo lungo e stretto dentro la sua bocca riuscendo a fagocitare anche le palle lisce.
Ben presto una densa bava cominciò a colare sul pavimento sporco della cucina.
Alessio spingeva con forza quella testa contro il suo pube.
Gli occhi blu di Mimma strabuzzavano lacrimosi e iniettati di sangue ogni qualvolta il suo naso schiacciava contro i peli pubici.
<<aahhh... siii... ingoialo tutto... ahhhh... siii... assieme ai coglioni... daiii...>>
Enzo stringeva con forza il collo di Erica costringendola con la schiena sul piano del tavolo.
In quella posizione il seno continuava a rimanere sodo e duro.
I capezzoli ritti verso l’alto erano visibilmente bagnati della saliva dei due ragazzi.
Quando le allargarono le cosce i due rimasero a bocca aperta.
Calogero non fece a meno di commentare la biancheria intima.
<<guarda che mutandine da troia indossa questa santarellina...>>
Le mutande aperte esponevano una vulva intrisa di umori sovrastata da un ciuffo di peli biondissimi.
Vedere Erica in quella posizione, sottomessa e in balia di quei due fenomeni da baraccone, mi ricordò la fantasia sessuale della madre stuprata dal bidello della scuola.
<<mi raccomando ragazzi! andateci piano... erica è vergine!>>
Queste parole fecero perdere il controllo ai due.
Enzo puntò la cappella all’ingresso della fica di Erica.
Con una spinta decisa aprì di netto la piccola vulva a forma di pesca.
La violenta lacerazione dell’imene provocò il grido soffocato di Erica.
Stavo assistendo ad uno stupro in piena regola.
La mia amica aveva gli occhi sbarrati, le unghie di una mano penetravano la carne del braccio che la stava strangolando mentre l’altra mano premeva sul petto del ragazzo nel tentativo di allontanarlo.
I piedi smaltati di rosso ondeggiavano sotto le forti e dolorose spinte di quei glutei muscolosi.
Le grida soffocate di Erica si erano trasformate in una sorta di grugnito disperato.
Mimma si era denudata completamento gettando gli abiti sul piccolo divano della stanza.
Andò a posizionarsi sul lato opposto del tavolo.
Con fatica fece leva con le braccia sul bordo per sedervici sopra. La sua schiena presentava diversi rotoli di grasso che si sovrapponevano l'uno sull'altro.
Le enorni natiche poggiate e schiacciate sul tavolo mettevano in evidenza l'abbondante cellulite.
I seni erano piccoli e distanti tra loro.
Le aureole erano rosa chiaro ed i capezzoli piatti.
Il ventre adiposo formava delle abbondanti maniglie sui fianchi e al centro capeggiava un largo ombelico adornato da un piercing con un pendaglio a forma di delfino.
Le grasse braccia poggiarono coi gomiti sul piano sostenendo il peso del corpo.
Trovato il giusto equilibrio le tozze gambe si aprirono e le enormi rotule si piegarono.
Liscia e depilata, l’enorme vulva appariva ripiegata su se stessa occultando il clitoride.
Il roseo ingresso della vagina era socchiuso, appariva piccolo e sporco di secrezioni biancastre.
Le mani di Alessio afferrarono le piante dei piedi callosi.
Un rosso amaranto colorava le unghie delle corte dita.
<<forza campione... fammi vedere cosa sai fare...>>
Il cazzo di Alessio varcò quella piccola apertura tuffandosi nell’utero burroso.
Gli umori densi e viscosi di Mimma imbiancarono l’intera asta mentre veniva stantuffata.
Calogero si slacciò i pantaloni e si spogliò completamente.
Gettò gli indumenti sul piccolo divano logoro dove poco prima la sua fidanzata aveva posato i suoi.
Il corpo esile e nudo lo facevano sembrare molto più alto di due metri.
Il cazzo non tradiva il suo aspetto bizzarro.
Poteva davvero entrare a pieno titolo a far parte di un circo assieme alla sua fidanzata nella parte della donna cannone.
La lunghezza del suo uccello era difficile da stimare. A circa metà della lunghezza questo piegava decisamente verso l’alto.
Messi uno dietro l’altro quei due segmenti non dovevano misurare meno di 25 centimetri.
Il foro dell’uretra sulla cappella era largo e rimaneva aperto. Il glande appariva secco e rugoso.
A rendere ancora più bizzarro quell’organo genitale era la sacca dello scroto. I testicoli pendevano incredibilmente.
Lo scroto molto lungo era solcato da un’impressionante reticolo di vene.
Appariva estremamente rugoso per tutta la lunghezza diventando liscio in corrispondenza delle enormi palle che pesavano in fondo alla sacca.
Le sue gambe oltre ad essere alte erano particolarmente ossute e terminavano con due lunghi piedi scheletrici dalle unghie spesse e ingialliate.
Estrasse dalla borsetta di Mimma un pacchetto di sigarette portandone una alla bocca.
Tutti i rumori all’interno della stanza si attenuarono diventando ovattati.
Sentii in modo distinto lo fregamento della ruota zigrinata e la fiamma divampare.
Il tempo sembrò rallentare e le boccate sul filtro sembrarono lunghe e lente.
L’effige sorridente di Lucifero sul corpo dell’accendino sembrava fissarmi.
Quando il coperchio a scatto dello zippo si chiuse il tempo tornò a scorrere normalmente e i gemiti di quell’orgia tornarono al volume originale.
La prima boccata di fumo sembrò saturate l’aria della piccola cucina.
Calogero mi rivolse un sorriso inquietante mentre avvicinava il suo organo bizzarro alla bocca di Erica.
La cappella non riuscii a penetrare le labbra serrate.
La mia amica era in preda al terrore, le lacrime le avevano fatto colare il rimmel sulle guance e il nero della matita si era sciolto cerchiandole gli occhi di nero.
Portai le dita dietro la schiena e la cerniera del vestito cominciò a scendere.
Il vestito blu elettrico cadde ai miei piedi scoprendo il reggiseno che sosteneva il mio piccolo seno verso l’alto.
Essendo aperto sul davanti, lasciava esposti i miei grossi capezzoli.
Mi sfilai le mutandine umide di umori.
Le gambe rivestite con calze di pizzo si mossero sui tacchi verso Calogero.
Allontanai quel gigante dal bordo del tavolo.
Gli avvolsi attorno al cazzo deforme le mie mutandine umide.
Calogero prese strofinare la sua cappella sulla stoffa bagnata segandosi.
Accarezzai i biondi capelli di Erica.
<<ehi tesoro… il peggio è passato… cerca di rilassare tutti i muscoli del corpo… vedrai che nel momento in cui lo farai il dolore lascerà il posto al piacere…>>
Afferrai il braccio di Enzo inducendolo a mollare il lungo collo biaco di Erica.
Il viso paonazzo cominciò subito a riprendere un colore roseo e un grido liberatorio pose fine ai grugniti soffocati.
La mia mano raggiunse i morbidi peli pubici di Erica. Il dito indice cominciò ad esplorare il ciuffo biondo fino al contatto con il clitoride.
Con il polpastrello iniaziai con lenti movimenti circolari.
<<ehi tesoro… adesso fai come ti dico… rilassa i muscoli della fica… non cercare di espellere l’uccello di Enzo… non contrarti… anzi… lascia che il suo cazzo si muova liberamente dentro di te…>>
Il respiro di Erica prese ad essere più profondo e regolare.
La pressione del dito sulla clitoride si fece più intenso ed il movimento circolare divenne più ampio.
<<adesso lo senti il rumore della tua vulva bagnata mentre vieni scopata?>>
Il cazzo di Enzo si muoveva in un vero lago di umori producendo suoni imbarazzanti.
I folti peli pubici neri erano bagnati ed intrisi.
Le mani di Erica presero ad accarezzare il tronco muscoloso del suo stupratore.
Le caviglie invece avvolsero i fianchi dettando il ritmo della penetrazione.
Gli occhi di Erica si erano fatti audaci e dalla bocca semichiusa cominciarono ad uscire i primi ansimi di piacere.
<<ahhh... ahhh... siii... ahhh... spingilo dentro... aahhh... aaahhh...>>
Fui costretta ad abbandonare la masturbazione del clitoride di Erica.
Le ossute mani di Calogero cingevano da dietro i miei seni.
Strizzava con forza i miei capezzoli procurandomi dolore.
Il cuore prese a battermi fortissimo. Quella presenza alle mie spalle mi metteva paura.
Un brivido correva lungo la mia schiena.
Potevo avvertire il forte odore del tabacco uscire dalla sua bocca irregolare.
Voltai lo sguardo. La luce tenue del lampadario sembrava illuminarlo appena.
Gli occhi apparivano di un nero profondo e la sua ombra proiettata sul muro sembrava muoversi indipendente dal corpo fisico.
Mi sentivo confusa e in preda alla follia. In quell’ombra mi sembrò di distinguere le corna e la coda del demonio.
La bocca di Calogero si aprì in un sorriso e dai denti gialli si liberò una nuvola di fumo.
La lingua prese a leccarmi il collo lasciandomi addosso una bava densa e calda.
Appena la presa sui miei capezzoli venne meno mi voltai.
Le mie ginocchia si piegarono ed il mio volto si trovò difronte al quel cazzo deforme.
Sollevai il pesante membro e me ne sentì tremendamente attratta.
La bocca avvolse la cappella secca e rugosa. La mano andò a tastare i coglioni che pendevano più in basso.
Il palmo soppesò i testicoli trovandoli pesanti e duri.
Cominciai a stringerli e a rigirarli nella mano. Al tatto sembravano perfettamente sferici.
Con la lingua potevo sentire l’enorme uretra aperta sulla cappella.
Il mio palato saggiava il copioso liquido pre-spermatico dal sapore dolciastro che ne usciva.
Mi sembrò di averne bevuto una quantità considerevole. Quando mi staccai mi sentivo inebriata.
Quell'essere mi faceva ribrezzo. Sentii il bisogno di allontarmi da lui.
Seguiva il mio corpo con lo sguardo, poi appoggiò i coglioni sul tavolo e portò nuovamente il cazzo alle labbra di Erica.
Questa volta la bocca si aprì e cominciò a spompinarlo avidamente.
Le mascelle quadrate di Erica presero a muoversi su e giù. L'atto di succhiare le formava due fossette sulle guance.
Enzo tenendole le caviglie continuava a fotterla con vigorose spinte facendole sobbalzare le tette sode.
Tornai confusa all’altro capo del tavolo dove Alessio era intento a succhiare l’alluce del piede di Mimma.
Il liquido vaginale aveva raggiunto una consistenza densa e viscosa.
L’asta che la penetrava era ricoperta da secrezioni biancastre e sembrava scorrere senza alcun attrito.
Non avevo mai visto una vulva di quelle dimensioni e quella forma.
Alessio estrasse il cazzo allontanadosi da quelle enormi cosce aperte. Incurisita presi il suo posto.
Con le mani aprii le grandi labbra della vulva per esporne il clitoride.
L’ingresso della vagina era imbrattato di umori e ne usciva un odore fetido e maleodorante.
In quello stesso istante le mani di Alessio aprirono i miei glutei e la lingua cominciò a leccare il buco del culo.
Ebbi un sussulto di piacere. <<ohhh... siii...>>
Ansimando tornai ad osservere il piccolo clitoride ricoperto di muco bianco quando venni afferata dai capelli.
<<cosa c'è principessa? non hai mai leccato una fica?>>
In effetti era la prima volta che mi si presentava l'occasione. Non avevo mai respinto l'idea di farlo, ma l'igene intima di Mimma non mi invogliava ad aproffittare del momento.
Non ebbi scelta. Tirata per i capelli la mia bocca fu a contatto con quella vulva sporca.
Le labbra baciarono le morbide membra della fica assagiandone il muco caldo e viscoso.
Le secrezioni avevavo lo stesso sapore dolciastro che avevo assaggiato succhiando il cazzo del suo fidanzato.
Quel gusto mi entrava nel cervello.
Il peso di Alessio gravò sulle mie anche. Le braccia sostenevano il corpo muscoloso reggendosi completamente sui miei fianchi.
Sapevo cosa voleva. Il cazzo puntava l'ingresso del culo accarezzandolo. Lo volevo anche io, ma ebbi un attimo di titubanza.
Smisi di succhiare il piccolo clitoride e mi voltai verso di lui.
<<ti prego fai piano... è la prima volta...>>
Il carettere gentile e timido di Alessio gli impose lo scrupolo.
<<sara... ne sei sicura? hai un forellino così piccolo...>>
Avvertii la presa ai capelli farsi più decisa .
<<infilaglielo! che cazzo sono tutte queste smancerie... aprigli il culo a questa troietta... quando ti capita di sfonadarne uno vergine e così sodo!>>
Presi un grosso respiro e cercai di rilassare il più possibile i muscoli del corpo.
A discapito delle aspettattive entrò dentro di me con una facilità disarmante.
Le abbondanti secrezioni di Mimma avevano lubrificato a dovere il cazzo di Alessio.
Anche provando a stringere l’ano non riuscivo ad avere alcuna presa su quell’asta scivolosa.
Appena arrivò a fine corsa gememmo entrambi.
<<aahhh... è tutto dentro...>>
<<aaaahhhhh... siiii... cazzooooo!>>
Tirata per i capelli la lingua tornò dentro quella vulva puzzolente e le spinte dentro di me cominciarono.
<<brava principessa dal culo rotto... la sai leccare proprio bene...>>
Enzo cominciò ad gemere.
<<ahhargg... eccomi...>>. Estrasse il suo cazzo primitivo dalla fica di Erica.
Con la sua mano sudicia si diede un colpo di sega ed il primo schizzo uscì potente e veloce.
L’estremità di quel primo fitto colpii il collo di Erica formando una lunga striscia di sperma.
Dal collo passava fra i due seni sodi lungo il petto lentigginoso per proseguire poi sul ventre piatto e finire sul ciuffo di peli biondo.
Il secondo schizzo fu meno lungo e arrivò a colpire il capezzolo sinistro.
Erica respirava eccitata mentre teneva in mano il cazzo storto di Calogero intriso dalla sua saliva.
Il movimento di alzare la testa dal tavolo le aveva fatto contrarre i muscoli addominali.
Ad ogni violenta spinta della mano lungo l’asta un nuovo fiotto di sperma andava ad adagiarsi sull’addome scolpito di Erica.
La mia amica sembrava ipnotizzata dalla quantità di seme che le veniva schizzato addosso.
Visibilmente stremato Enzo abbandonava il posto tra le cosce di Erica e andò a sedere sul piccolo divano.
Dalla vulva deflorata di Erica un rivolo di sangue colò lungo l’ano macchiando il legno del tavolo.
Calogero prese il posto di Enzo tra le gambe di Erica.
<<adesso tocca a me...>>
Le afferrò una coscia trascinando quell'esile corpo verso il bordo del tavolo.
Il cazzo si fece strada tra i glutei. Salendo lungo l'ano fino al clitoride raccolse il rivolo di sangue fuoriuscito dalla rottura dell’imene.
Il successivo picchiettare della cappella sul monte di venere macchiò di rosso il pelo biondo.
Calogero adagiò il pene su quel ventre piatto dando l'idea di quanto sarebbe stata profonda la penetrazione.
Lo sguardo di tutti era rivolto a quel cazzo adagiato sul corpo di Erica.
Sembrava impossibile potesse inserirsi tutto all'interno della vagina di quella ragazzina.
Il respiro di Erica si era fatto veloce e pesante.
Sicuramente sentiva la pressione all'idea di ricevere quell'uccello mostruoso e deforme.
Poi con la voce tremante e rotta dall'emozione riuscì a pronunciare alcune parole.
<<ti prego... non inserirlo tutto... e... non mi venire dentro... porei rimanere incinta...>>
Calogero fece un sorriso poco rassicurante.
Mimma mi lasciò i capelli e mi privò la bocca della sua vulva.
<<cazzo! questa non me la voglio proprio perdere! voglio un posto in prima fila!>>
Quel corpo grasso si mise a quattro zampe sul tavolo raggiungendo quello di Erica.
Messa a pecorina cercavo di contrastare le spinte di Alessio tenendomi saldamente al bordo del tavolo.
Davanti a me potevo vedere l'enorme culo di Mimma e il vulvone dischiuso immediatamente sotto.
In quella posizione l’addome grasso toccava il piano del tavolo schiacciando il pendaglio con il delfino blu.
La lingua di Mimma cominciò a percorrere la striscia di sperma sul corpo di Erica.
Pulì il lungo collo adornato della collana di perle per poi suggere il capezzolo sinistro imbrattato dal secondo schizzo di Enzo.
Erica gemette per quei colpi di lingua poi la sua attenzione tornò verso Calogero che stringeva le sue coscie aperte e cominciava a puntare il cazzo all'apertura della vulva sverginata.
<<sto entrando troietta!>>
Il primo segmento dell’uccello cominciò ad entrare lentamente dentro la vagina.
Calogero osservava il respiro sempre più veloce ed eccitato di Erica che andava trasformadosi in gemiti di piacere mano a mano che il cazzo entrava.
Intanto Mimma era arrivata a leccare il petto lentigginoso continuando ad ingerite il liquido seminale di Enzo.
Quando tutto il primo segmento fu dentro le mani e le gambe di Erica cingevano i fianchi di Calogero assecondando la penetrazione.
<<sei pronta tesoro? adesso arriva il bello...>>
La vulva accolse l’angolo ricurvo del pene e il secondo segmento fu inserito dentro con forza. I peli rossi del pube di Calogero si unirono a quelli biondi di Erica.
Quel cazzo mostruoso alla fine era riuscito ad entrare completamente.
Erica inarcò la schiena puntando il peso del corpo sulla testa appoggiata al piano del tavolo.
Gli occhi sgranati fissavano il soffitto e dalla bocca aperta uscì un grugnito soffoccato.
<<aaaarrrrggggg... ahhhhh... arrrrgggggggg.... aahhaaahhhhrggg>>
Mimma aveva finito di pulire anche l’addome dagli ultimi residui di sperma mentre Calogero aveva preso a muoversi su e giù.
Era impressionante. Il cazzo ricurvo verso l’alto faceva premere la cappella sulla parte superiore del canale vaginale.
Sul ventre piatto di Erica si poteva intravedere il movimento di quel cazzo deforme che scorreva dentro di lei.
Non riuscivo a capire quali potevano essere le sensazioni che si potevano provare ad essere penetrate a quel modo.
Erica continuava a contorcersi e a gemere.
<<aaahhhh... arrrgggg... aahh... ahhhh... aarggg>>
Le enormi rotule di Mimma poggiarono ai lati della testa di Erica sorreggendo quel corpo burroso che si stagliava retto.
Le braccia si alzarono fin sopra la testa e con un elastico si legò i lunghi capelli oleosi.
<<dai fichetta rotta... datti da fare...>>
Le esili mani di Erica poggiarono sulle enormi natiche che le sovrastavano il viso.
Dalla mia posizione potevo vedere la lingua di Erica che timidamente cominciava a saggiare l’apertura di quella vulva spalancata sopra di lei.
Anche lei stava saggiando quelle secrezioni dolciastre e consistenti come il miele. Sicuramento l'odore fetido le stava pungendo le narici.
<<aaahhhh... siiii... che linguetta che hai... fammela sentire meglio questa boccuccia...>>
Mimma non si fece scrupoli e abbassò completamente il bacino su di lei. Il viso di Erica scomparve inghiottita tra le enormi cosce.
Il movimento del bacino si fece deciso e l’apertura della vulva sfregava avanti e indietro nascondendo l'intero viso.
Mimma stringeva il piccolo seno godendo.
<<ahhahh... siiii... così! mangiami la fica!>>
Alessio stava dimostrando di avere un grande resistenza.
Le sue braccia si sostenevano salde sulle mie anche. Tutto il peso di quel fisico da nuotatore gravava sulle mie esili gambe.
Quel timido ragazzino mi stava scopando di brutto. Il culo comunque stava reggendo bene a quelle spinte.
Non avevo dolore, anzi, cominciavo ad avvertire una sensazione piacevole di calore in fondo al retto.
Nel momento in cui il cazzo era tutto dentro quella sensazione diventava massima, inducendomi a gemere ad ogni colpo.
Tuttavia le gambe sui tacchi cominciarono a dolermi e sentii di dover cambiare posizione.
Allungai una gamba sul tavolo divaricandomi. Sentì la vulva aprirsi.
Le braccia appoggiate al tavolo tirarono su il busto esponendo in fuori il seno.
Adesso le braccia di Alessio non gravavano più sul mio bacino.
Una mano stringeva il seno sinistro a l’altra affondava sulla coscia divaricata.
Le spinte adesso andavano dal basso verso l’alto ed i muscoli delle mie gambe si rilassarono.
Abbassando la testa potevo vedere le mie piccole labbra che ondulavano sotto al pube.
Più giù potevo ammirare il perineo pronunciato di Alessio e le due palline attaccate ai lati del cazzo.
Portai la mano alla fica. L’indice e il medio smaltati di nero poggiarono sulle grandi labbra e dilatarono l’ingresso della vulva.
Le piccole labbra appiccicate l’una all’altra si separarono. Feci scivolare tre dita dentro la vagina fino a che il palmo della mano non si appoggiò alla clitoride.
Le dita ne uscirono imbrattate del muco viscoso prodotto nella cervice. Portai quella sostanza filante sui testicoli di Alessio massaggiandoli delicatamente.
La pelle liscia e tirata del suo scroto scivolava tra le mie dita bagnate. Inzaccherai nuovamente le dita nelle secrezioni vaginali.
Stavolta portai quel muco filamentoso oltre lo scroto. Indice e medio premevano e strisciavano decisi sul suo perineo.
Alessio era allo stremo e dovette fermarsi per non eiaculare. Il mio anello anale poteva avvertire il pulsare del cazzo ad ogni pressione delle dita.
Prendelo in culo era come mi aspettavo. Mi sentivo davvero troia e quella sensazione mi piaceva moltissimo.
La voglia di essere sentirlo godere dentro di me stava crescendo. Mi voltai con il faccino da troia verso di lui.
<<spingilo fino in fondo e vienimi dentro... >>
Il mio anulare smaltato di rosso andò a massaggiare l’ingresso dell’ano di Alessio.
Gli umori della mia fica aiutarono a penetrarlo ed il dito entrò all'interno del retto caldo.
Alessio aveva ripreso a spingere.
<<ti prego continua... non ti fermare...>>
Il dito prese a sditalinargli il culo con un movimenti lenti e rotatori.
Spinse il cazzo deciso ed in profondità facendomi sobbalzare il seno.
<<aahhhahh... ahhhhaaaa... ti sto venendo in culo! ahhahhh... siiii... che bel culo che hai... ahhhhh.... aahhh.... sei fantastica!>>
Quel suo orgasmo fu multidimensionale.
Sentivo il suo foro anale stringersi ritmicamente intorno al dito mentre il mio anello avvertiva il pulsare del cazzo che riversava lo sperma caldo dentro il retto.
Ogni pulsazione era accompagnata da una contrazione delle piccole palle all’interno dello scroto.
Dopo gli ultimi spasmi Alessio cominciò ad estrarre lentamente l’uccello dal culo.
Un dito premeva sul canale uretrale per far fuoriuscire l’ultimo sperma dentro di me.
Uscito pulì la punta della cappella sul bordo del mio ano dilatato.
Mi sentivo completamente aperta. Con le dita constatai il danno.
I polpastrelli accarezzavano il bordo dell’ano aperto e sporco di sperma.
Piano piano contrassi i muscoli e il mio forellino tornò a richiudersi.
Mimma prese a grugnire e poi a gemere.
La schiena incurvata ed inclinata in avanti. La testa reclinata all’indietro ed i suoi occhioni blu fissi sul soffitto scrostato.
Le dita dei piedi erano contratte sulla superficie del tavolo. Il bacino sfregava spasmodico sul volto di Erica
<<questa troietta mi sta facendo godere la ficaaaaaa... ahhhhh.... aarrrgggg.... siiii... ahhhh...>>
Mimma fece passare qualche instante per riprendersi dagli spasmi dell’orgasmo.
Quando tirò su il culo la scena che si presentò fu surreale. Il muco cervicale era ovunque.
Diversi filamenti densi andavano dalla gigantesca vulva al volto di Erica.
Le labbra ne erano pregne ed il muco filamentoso univa un labbro all’altro. Il trucco si era sciolto su tutta la faccia bagnata.
Erica si tirò su col busto per pulirsi gli occhi dalle secrezioni vaginali.
Calogero continuava a stringerle le cosce e scoparla.
Mi avvicinai a lei. In quella posizione il suo seno era bellissimo. Sobbalzava sotto le spinte che il cazzo le dava rimanendo sodo e duro.
I capezzoli rigonfi erano estremamente sensuali e quelle lentiggini tra un seno e l’altro s’intonavano al rosa pallido delle sue aureole.
Mi attraeva anche il suo fisico asciutto e atletico. Accarezzai i suoi addominali scolpiti.
Quando le mie dita scesero lungo il ventre rimasi scioccata da quello che percepii.
Si sentiva chiaramente la cappella del cazzo deforme di Calogero muoversi al di sotto.
Guardando meglio si vedeva un leggero rigonfiamento andare su è giù sotto il ventre piatto.
Mi sentivo terribilmente eccitata e col dito accompagnai il movimento del glande che la stava fottendo. Vedevo Erica in modo diverso.
Ero attratta da lei. Accarezzai dolcemente il suo seno.
Con un dito sotto al mento feci girare il suo viso verso di me.
Gli occhi erano socchiusi in uno stato di estasi.
Aveva un viso angelico, le lentiggini sopra al naso le davano un’aria innocente e casta.
Ma quella ormai era solo apparenza. Erica era un angelo decaduto.
Il demonio quella notte si era impossessata della sua anima. La stava stuprando su quel tavolo sudicio tenendo gli artigli conficcati nelle sue cosce spalancate.
Gli occhi di Erica presero espressione.
Quel neo sul bordo delle labbra accompagnò un sorriso malizioso.
<<cosa aspetti? perchè non mi baci?>>
L’odore rancido della fica di Mimma uscì prepotente dalla sua bocca.
Quel sapore dolciastro era il nettare del demonio.
Annebbiava la mente e lasciava il corpo in uno stato di abbandono preda solo della lussuria e del piacere.
Le nostre bocche erano unite da bave filamentose mentre le nostre lingue dolciastre mulinavano l’una nella bocca dell’altra.
Le lunghe mani di Calogero afferrarono i piccoli glutei di Erica e la sollevarono dal tavolo.
Lei si strinse a quel corpo sproporzionato dalla pelle bianca come poteva.
Le cosce serravano i fianchi e le unghie delle mani premevano sulla schiena.
La vulva rimaneva saldamente impalata sul quel cazzo mostruoso.
Calogero cominciò a camminare verso il muro della cucina.
Riassaggiare il sapore della fica di Mimma mi portò nuovamannte ad essere preda delle allucinazioni.
Il tempo sembrò di nuovo rallentare ed il silenzio lasciava spazio alle percezioni alterate.
L’ombra di Calogero proiettata sulla credenza apparteneva ad un essere demoniaco con corna e coda.
Le unghia spesse e gialle dei piedi sembravano zoccoli di animale.
I grossi testicoli che dondolavano tra le sue gambe sembravano quelli di un bovino. La lingua che limonava Erica era biforcuta.
Il rumore degli zoccoli sul pavimento mi penetrava il cervello.
Udii la schiena di Erica sbattere contro il muro come un tonfo vuoto.
Il tempo tornò a scorrere normalmente mentre i gemiti di Erica scopata contro il muro riempivano la stanza.
Gli avambracci di Calogero passando dietro le ginocchia portarono Erica ad aprire maggiormente le cosce.
In quella posizione la penetrazione doveva essere molto profonda.
La carta da parati sul muro era in parte strappata e sopra la testa di Erica c’era appeso un dipinto raffigurante un galeone nella tempesta.
Il cazzo entrava e usciva lucido delle secrezioni di Erica e gocce di umori vaginali cadevano sul pavimento.
Le palle che dondolavano tra le gambe sembravano dovessero sbattere contro il muro.
Le forte spinte facevano sobbalzare il piccolo corpo di Erica contro la parete.
<<siiiiii bravo! ahhhahhhh... cosi... aahhh... solo la tua troia... ahhahh ssiii... scopami più forte! aarrgggg ahhh... spaccamela! ahhhahh... cazzoooo sto vennedooooooooo ahhha... aarrggh... mi gode la ficaaaaaaa... aaaahhhhhh...>>
Gli occhi di Erica si cappottarono e digrignò i denti.
La sua mano stringeva un gluteo di Calogero nel tentativo di farsi penetrare più a fondo.
L’altra mano conficcava le unghie nella schiena graffiando la pelle bianca. Le dita dei piedini tinti di rosso si contraevano dentro i sandalini.
Calogero adagiò il corpo esausto di Erica a terra mentre il cazzo scivolava fuori dalla sua vulva.
Era stata sverginata brutalmente e scopata sopra un tavolo di legno da due ragazzi diversi. Le gambe non le reggevano più.
Era rimasta seduta a terra rannicchiata con le spalle al muro. La vulva bionda poggiava sul pavimento sporco.
Il vestito aperto mostrava il seno ed i profondi respiri le gonfiavano il petto.
La testa anch’essa appoggiata alla vecchia carta da parati fissava in un punto indefinito del soffitto.
I capelli erano spettinati ed il volto imbrattato di nero.
L’angelo era stato posseduto.
In ginocchio davanti al piccolo divano Mimma succhiava alternatamente i cazzi flosci di Enzo e Alessio che vi erano seduti.
Calogero si portò in prossimità del tre.
<<togliete le vostre luride nerchie dalla bocca della mia fidanzata! e fatemi sedere... quella troietta con la fica rotta mi ha sfinito!>>
I due si alzarono e Calogero si accomodò sul piccolo divano facendo attenzione a non sedersi sui suoi testicoli.
Afferrò il lungo scroto e lo adagiò con cura davanti a lui. Le lunghe gambe erano aperte e le ginocchia stavano più in alto della seduta del divano.
L’enorme cazzo ricurvo era ancora duro. Mimma cominciò un spompinarlo.
Calogero si accese una nuova sigaretta.
Adagiò un braccio lungo la spalliera del divano e espirò la prima boccata di fumo godendosi il pompino.
Quella creatura dal viso caprino mi fissava seduta sul divano. Dalle narici usciva un denso fumo grigio che andava diradandosi al di sopra delle sue corna ricurve.
In mezzo alle sue zampe ed in ginocchio davanti ai suoi zoccoli un essere informe ingoiava il suo cazzo mostruoso.
Le vene dei testicoli bovini pulsavano.
Il braccio lungo e sottile tendeva verso di me e con l’indice ossuto face segno di avvicinarmi.
Ad ogni passo sentivo il mio ventre desiderare di essere riempito.
<<ehi puttanella! pensi di poterti scopare il mio ragazzo ogni volta che ti senti prudere la fica?>>
Calogero zittì la sua ragzza e la fece spostare di lato. Continuando a guardarmi negli occhi mi induceva ad avvicinarmi.
Mi posizionai a cavalcioni sopra di lui. Il cazzo ricurvo premeva esternamente sul mio ventre superando di diversi centimetri l’ombelico.
Col dito indice ne percorsi la lunghezza fino ad arrivare al glande. Il polpastrello accarezzava il foro uretrale aperto e umido del liquido pre-spermatico.
<<infilalo dentro...>>
Non avevo compreso subito quelle parole. Calogero prese il mio indice e lo infilò lentamente tutto dentro l’uretra.
Sembrava impossibile ma avevo un dito infilato dentro al suo uccello.
La sua bocca irregolare si schiuse mostrando i denti storti e gialli. Ne ero fortemente attratta sessualmente nonostante mi facesse letteramente schifo e ribrezzo.
Istintivamente raccolsi più scracio che potevo e gli sputai in faccia. Lo sputo prese a colargli sullo zigomo.
Dischiuse le labbra e cominciando a baciarmi. La lingua ispezianava la mia bocca e limonava con la mia lingua.
Stantio di fumo aveva un alito fetido, la sua saliva, abbondante e densa, prese a colare all'interno del mio cavo orale.
Afferrai il suo mento allontanndo quel bacio soffocante. Raccolsi nuovamente più scracio che potevo e stavolta gli sputai in bocca.
<<mi fai schifo... assieme alla tua ragazza, sei un essere nauseabondo... mi provochi il vomito!>>
Inghiottì il mio sputo e fulmino mi colpì con uno schiaffo violentissimo.
Il volto fu scagliato letteralmente da un lato.
Successivamente un altro ceffone ancora più forte colpì l'altra guancia ristabilendo l'equilibrio a cavalcioni di quel mostro.
La faccia s'incendiò e prese a bruciare. Poi la forte stretta di un mio capezzolo mi strappò un gemito.
<<ahahhh... vaffanculo stronzo!>>
Quando estrassi il dito da dentro l’uretra Calogero me lo portò alla bocca. Provai ancora quel sapore dolciatro sul palato.
Le mani andarono a cingere i miei fianchi.
Posai il tacco della mia scarpa sul divano in modo da alzare il busto e sedermi sopra il cazzo.
La cappella varcò l’ingresso della vulva e tutto il primo segmento del pene fu dentro in pochi istanti.
<<ahahhh... ahhrgg...>>
La lingua di Calogero mi leccava dal collo alla spalla e le mani sulle anche mi spronavano a scendere ancora.
<<scendi ancora troia...>>
La vagina scese sulla curva stretta del cazzo e man mano che il secondo segmento entrava il suo glande premeva con più intensità sotto il ventre.
Gli ispidi peli rossi del pube toccarono finalmete la vulva.
<<brava puttana... siediti sopra al cazzo!>>
La cappella sfregò con forza lungo tutto il canale. Mi sentivo dilatata. Il cazzo aveva compresso la cervice ed adesso premeva forte sull'utero deformandolo.
Afferrata dai glutei venivo guidata nella smorza lungo il cazzo. Difficilmente nella mia vita avrei potuto sentire ancora un uccello violarmi a quel modo.
<<...mi stai deformando la fica... ahhhahh...>>
Quando mi sollevavo sentivo la curva del pene dilatare il canale vaginale. Quando scendevo avvertivo l'utero compremersi.
L'aria che mi pompava dentro mi faceva scorreggiare la fica.
<<prendilo tutto! cosiiii... tutto dentro!>>
Quel su e giù favorì lo scendere dello sperma di Alessio lungo il retto.
La forte stretta sui glutei dilatavano il mio forellino anale.
Per quanto ci provassi non riuscì più a trattenere quel liquido che continuava ad accumularsi.
Il buco del culo si aprì e scoreggiando sborrai lo sperma caldo sullo scroto adagiato sulla seduta del divano.
<<vedi cosa succede ad andare con le troie? questa puttanella ti ha cacato sui coglioni della sborra marroncina!>>
Dopo queste parole Mimma prese a trafficare alla mie spalle.
Improvvisamente sentì qualcosa di viscido spingere all’ingresso dell’ano. Il mio anello era ancora provato dal rapporto anale con Alessio.
Calogero continuava a tenermi sempre bene aperta stringendo i miei glutei sodi e sferici.
Sentì il buco del culo dilatarsi progressivamente fino a strapparmi una smorfia di dolore.
<<aharrrhggg... cazzo!>>
Poi quel corpo estraneo entrò completamente dentro il retto e l’ano si richiuse dietro di lui.
<<ma che cazzo mi hai infilato nel culo?!>>
Non feci in tempo a finire la frase che provai ancora quella sensazione. Un secondo corpo estraneo, uguale al primo, mi era stato inserito nel culo.
Provai a stringere l’orifizio anale nel tentativo di chiuderlo ma mi resi conto che qualcosa di morbido lo impediva. Quella contrazione fece gemere di piacere Calogero.
<<aaahhhh! brava! stringi il buco del culo attorno ai coglioni! siii...>>
Mimma mi aveva infilato i testicoli del suo ragazzo nel culo!
La bocca puzzolente di Calogero prese a succhiarmi un capezzolo.
Eccitata tornai a muovermi lentamente su di lui.
Sentivo vulva e ano contrarsi ogni volta che il clitoride strofinava sugli ispidi peli pubici rossi.
Ad ogni contrazione avvertivo il retto risucchiare più in profondità i pesanti testicoli portando dentro di me sempre più pelle del lungo scroto.
Quando tutta la sacca venne fagocitata dal retto i movimenti furono impossibili.
Il perineo poggiava sull’ultimo segmento dello scroto e la mia clitoride pulsava.
L’ano continuava a contrarsi stringendosi sempre di più attorno alla sacca dello scroto.
Quella doppia penetrazione mi fece sentire posseduta mostruosamente.
Ero a cavalcioni su un demone dagli occhi profondi e neri come l'oscurità.
Il lezzo ammorbava l'olfatto, la saliva calda bagnava la mia pelle, le braccia mi cingevano fianchi e corpo, le unghie penetravano i miei glutei, i grossi coglioni ed il cazzo deforme mi fottevano tenendomi saldamente impalata.
Mi sentivo la puttana del diavolo in persona. Bramavo di sentirlo godere dentro di me.
Sentivo di voler essere fecondata da quella creatura abominevole e rivoltante. Gli scraciai nuovamente in faccia.
<<cazzo aspetti figlio di puttana! riempimi la fica!>>
Il mio ano si serrò ancora più stretto e Calogero gemette.
<<aaahhhh! ecco che arriva! adesso ti riempio puttana! ahhhah... aaaaarrrghgg... ssiiii... siiii... ahhhaahhh... ti svuoto tutti i coglioni dentro la tua fica da troiaaaaaa! ahhahhhaa... siiii... ahahahhh...>>
Potei avvertire i dotti deferenti che pompavano con forza spermatozoi all’interno dei canali seminali.
L’idea che quell’enorme foro uretrale stava riversando dentro l’utero copiosi fiotti di sperma denso mi fece perdere il controllo.
Immaginavo quella sborra gialla infilarsi prepotentemente dentro le tube di falloppio riempiendo completamente le ovaie.
Quel pulsare ed eiaculare sembrava non dovesse più esaurirsi.
Il mio orgasmo fu dirompente.
<<porco dioooo! mi gode la ficaaaaaaaa! ahhahahhha... siiiiii cazzo! continua a sborrarmi dentro! ahhahhh... ahhhahh... ahhahah... fecondami le ovaie! aahahrrrhggg... ahah siiiii!!!>>
Le gambe cedettero sotto i forti spasmi dell'orgasmo ed il mio corpo si adagiò su quello di Calogero.
La mia testa premette sul suo petto mentre i notri respiri andavano normalizzandosi.
Avvertivo il cazzo afflosciarsi lentamente dentro di me e di conseguenza la pressione sull’utero scemava.
Mimma mi sculacciò.
<<volete fare i fidanzatini o vi staccate? mi sembra che abbiamo goduto tutti e si è fatta ora di tornare a casa!>>
Gli spasmi tenevano ancora l’ano ben stretto. Alzandomi la pelle dello scroto cominciò a scorrere fuori con difficoltà.
L’uccello scivolò fuori flaccido accarezzato dalle mie prominenti piccole labbra.
Il cazzo si adagiò per tutta la lunghezza sull’addome di Calogero.
Ne seguirono due copiose fuori uscite di sperma che colarono sul pube sottostante.
Mimma prese ad aiutare l’uscita dello scroto dal retto ma l'estrazione dei testicoli si rivelò difficoltosa.
Erano stati inseriti uno alla volta ma per farli uscire dovevano essere estratti assieme.
Mimma tirava la sacca con decisione.
<<li vuoi cacare fuori i coglioni del mio ragazzo o no?! spingi come se stessi cagando!>>
Feci uno sforzo estremo, sentivo lo sfintere lacerarsi, poi di colpo saltarono fuori. Dall’ano dilatato fuoriuscì abbondante altro liquido seminale di Alessio.
Raccolsi dal pavimento le mutandine e le indossai. Enzo mi aiutò ad abbottonare il mio abito blu elettrico.
<<ehi bella la prossima volta te lo apro io il tuo bel culetto!>>
Pronunciò queste parole con la sua tipica faccia da idiota mentre mi palpeggiava il culo.
Alessio aiutava Erica a rialzarsi da terra.
La mia amica quella sera aveva pigliato il cazzo da tutti tranne che dal suo amore platonico.
Alessio sembrava davvero un bravo ragazzo.
La aiutò a sistemare il vestito sfiorando i bei seni. Poi dolcemente con una mano cominciò a sistemarle i capelli.
Gli occhi di Erica guardarono teneramente i suoi.
<<che facciamo? ce lo diamo sto cazzo di bacio?!>>
Le loro labbra si unirono e le lingue cominciarono a limonare. Lui le teneva una mano sulla guancia mentre lei gli accarezzava la nuca da dietro.
Mimma aveva finito di rivestirsi e stava indossando i sandali mentre Calogero stava abbottonando gli ultimi bottoni della camicia rossa.
<<dai piccioncini finitela di tubare perché so già come finisce! ho promesso hai tuoi genitori che vi avrei riportate a casa entro le due! muoviamoci!>>
Appena Erica si staccò dalle labbra di Alessio mi avvicinai prendendola per mano.
<<non vorrai mica riportarla a casa con questa faccia? sembra quasi che sia stata vittima di uno stupro! dovete darci ancora dieci minuti per rimettere a posto il trucco! enzo… spero che il tuo bagno sia più decente della cucina!>>
Passavo il disco di cotone sul viso di Erica.
Man mano che rimuovevo il trucco sciolto rimanevo incantata dal colore naturale della sua pelle.
Quello che da sempre avevo considerato un viso irregolare adesso lo vedevo perfetto ed elegante.
Lo specchio era rovinato sui bordi e una crepa lo percorreva diagonalmente lungo tutta la sua lunghezza.
Erica ammirava la sua immagine riflessa con sorriso malizioso. Sapevo bene cosa passava per quella mente.
Sentivo ardere in lei lo stesso fuoco che ardeva in me. Entrambe avevamo fatto un viaggio che ci aveva condotto alla consapevolezza di avere un potere distruttivo al servizio di un’entità superiore.
Potevamo nutrirci delle anime e portarle sulla strada della perversione. Insieme potevamo fare qualunque cosa.
<<erica... credo di essermi innamorata di te...>>
Non distolse lo sguardo dallo specchio e qualche secondo dopo si spostò verso il water.
Appoggiò un dito sulla tavoletta facendola cadere rumorosamente sul bordo del cesso schizzato di piscio.
Quindi si girò maliziosamente verso di me.
<<il bello di queste mutandine è quello che per pisciare non le devi togliere!>>
Alzò la gonna fino a scoprire l’ombelico e prese a sedere sulla tavola. Divaricò le gambe portando un piede sul bidè che stava poco più accanto.
Il pube biondo era ancora macchiato di sangue. L’urina prese a tintinnare sulla ceramica del water.
Sentì il desiderio di assaggiarla intimamente.
Quando avvicinai la bocca alla sua vulva, l’odore nauseabondo del cesso mi pervase l’olfatto.
Il getto del piscio era scemato e la vulva sgocciolava.
La lingua si insinuò delicatamente tra le grandi labbra a forma di pesca assaggiando il gusto salato e aspro dell'urina.
Lei teneva la mia testa contro il suo sesso guidandomi.
<<ahhaha... brava amore... siii... leccala così... ahhhaaa...>>
La mia lingua assaggiava ogni anfratto di lei poi la presa della mano sulla testa si fece decisa ed Erica cominciò ad ansimare.
<<ahhaha... godoooo... siii... ahhhaaa... ahhaah...>>
Uscimmo perfettamente truccate. Erica sembrava aver smaltito parte della sbronza quindi salutammo Enzo ringraziandolo per l’ospitalità.
In strada salutammo anche Alessio, che abitando a qualche isolato da lì sarebbe rincasato a piedi. Lo limonammo sia Erica che io.
Quando salimmo in macchina Mimma replicò la frase dell’andata.
<<calogero, hai visto che fregne son salite in macchina tua? essendo già questo un miracolo come dobbiamo definire il fatto che te le sei scopate entrambe una dietro l’altra?>>
Quegli occhi neri e profondi mi fissavano dallo specchietto retrovisore. La sua bocca deforme si schiuse in un sorriso diabolico.
<<potremmo definirlo un patto con il demonio!>>
La macchina fece manovra e imboccò la strada del rientro verso casa.
Mimma aveva ripreso la sua loquacità e fummo investiti tutti da un fiume di parole.
Cominciò a criticare quanto fosse sporco l’appartamento di Enzo, di quanto era figo il tipo che al bar miscelava i cocktail, i ragazzi strani che aveva avuto in passato, che per quanto ci fossimo impegnate non saremmo mai state troie come lei…
Quelle parole ad un certo punto sembrarono sfumare all’interno dell’abitacolo.
Erica fissava il nero della notte scorrere dal finestrino, io il nero profondo di quegli occhi che mi penetravano dallo specchietto.
Le percezioni erano nuovamente alterate ed un calore aveva cominciato ad accendersi dentro il ventre.
Il ronzio di una mosca aveva preso il rumore dei pneumatici che correvano sull’asfalto.
Mentre cercavo di scacciare con la mano quell’insetto invisibile avvertii del movimento sotto l’addome.
Avertivo lo strisciare di qualcosa mentre il calore dentro di me diventava fuoco.
Fui folgorata dall’immagine di larve che brulicavano nelle mie ovaie, ne distinsi chiaramente il movimento attraverso le tube di falloppio e la loro caduta una ad una dentro l’utero.
Fui sopraffatta dal terrore, mi rannicchiai sul sedile dell’automobile con le spalle contro la portiera gettando un urlo pieno di orrore.
Erica si voltò verso di me, aveva un sorriso calmo e un dito giocava con una ciocca dei suoi capelli biondi.
<<ehi amore... cosa ti succede?>>
Adesso li sentivo strisciare lungo la vagina e agitarsi dentro le mutandine. Le sentivo muoversi tra le piccole labbra e sul pube.
Nevroticamente tirai giù le mutande e le vidi ammucchiate, con le loro teste nere contorcersi nella stoffa dentro un liquido denso e giallo.
Le grida rimasero strozzate in gola ed i miei occhi sbarrati chiedevano aiuto ad Erica.
Il suo sorriso era seducente.
<<ehi tesoro… potevi dirmi che avevi di questi problemi…>>
Il suo dito indice tirò il lembo delle mutandine ed il viso scese tra le mie cosce. Le sue labbra si muovevano nella stoffa divorando quei vermi.
Il mio respiro si fece asmatico mentre Erica cominciava a darsi da fare tra le mie gambe.
Sentivo muovere la sua lingua in profondità dentro la vulva.
Quando rialzò la testa aveva tra le labbra alcune larve bianche che ingerì con un colpo di lingua.
Dai due sedili anteriori sbucò il viso di Mimma.
<<cazzo calogero! queste due sono proprio troie… quella fica rotta di erica sta bevendo il tuo sperma che cola tra le cosce della sua fidanzata!>>
I vermi erano spariti ed Erica stava succhiando le mie piccole labbra tirandole e mordendole con i denti.
Eccitata mi stava letteralmente mangiando la fica. Mi penetrò la vagina con tre dita tenendole ad uncino in modo che i polpastrelli premessero sotto al pube.
Il pollice viscoso di sperma massaggiava la clitoride che aveva cominciato a pulsare.
Sentivo i polpastrelli premere decisi sotto il pube mentre il clitoride stava avendo un’erezione.
Il prepuzio clitorideo si schiuse scoprendo il piccolo glande. Erica prese a spompinarlo come fosse un piccolo cazzo.
Le labbra adornate dal neo stringevano il cappuccio della clitoride portandolo su e giù.
Quando il piccolo glande veniva scappellato Erica prendeva a picchiettarlo con la punta della lingua.
La clitoride era incredibilmente eretta afferrai quella testa spingendola con forza contro il sesso cominciando a gemere.
<<aaahhh siii! spompinami il cazzo! godooooo! ahahah... siii.... ahhahhh>>
La macchina di Calogero entrò nel vialetto fermandosi a fari accesi innanzi alla porta d’ingresso.
Scendemmo tutti dalla macchina per salutarci.
Quindi entrammo a casa che erano le le due e venti.